Ludwig, il testamento di Beethoven
Scritto e diretto da Alice Fumero
con Omar Ramero e Giulia Brenna
L’immagine popolare di Beethoven è quella di un misantropo scarmigliato, con un carattere collerico, che evitava la compagnia degli altri uomini e metteva tutte le questioni personali in secondo piano rispetto alla creazione della sua musica. Un po’ di vero c’è, ma non del tutto. Molte delle difficoltà sociali di Beethoven nascevano da una malattia cronica. A 28 anni aveva già subito una grave perdita di udito, la cui origine è ancora controversa: cominciò dall’orecchio sinistro e poco dopo colpì anche il destro, peggiorando progressivamente, accompagnata dalla sensazione di qualcosa che squilla o, piuttosto, ruggisce nelle orecchie. La musica di Beethoven è stata influenzata da questo problema?! Forse. Sicuramente la maggior parte delle sue composizioni è capace di evocare un ideale eroico dell’umanità e la lotta trionfante dell’individuo contro le avversità: conoscerne la musica e i silenzi, svelarne i più intimi misteri ci porterà a toccare la grandezza e la follia di uno dei più grandi compositori…
TRAMA
Quattro scene che si svolgono in due momenti storici differenti presenteranno alcuni degli aspetti più controversi del carattere e della vita di Beethoven con due prospettive differenti restituendoci un’immagine del Maestro di Bonn intima e completata da studi musicologici e psicologici. Nella prima e la terza scena, ambientate nel giorno del funerale di Beethoven nel 1826, saranno di scena il nipote – oggetto di contesa in tribunale per la tutela – e la tanto odiata cognata. Nella seconda e nella quarta scena invece una giovane giornalista condurrà un’intervista ad un famoso direttore d’orchestra in pausa dalle prove della nona sinfonia: gli aneddoti e gli aspetti di Beethoven trattati nelle precedenti scene “in costume” saranno ripresi e in alcuni casi spiegati, in altri saranno punti di partenza per nuove riflessioni… Temi come la lotta legale per la custodia, la sordità e le altre malattie, gli amori segreti, l’amicizia, i soldi, la dignità, la fede, la famiglia e la solitudine delineeranno il ritratto di un Beethoven sconosciuto. A legare il tutto la straordinaria ultima sinfonia di Beethoven, vero testamento artistico e umano di un compositore dotato non soltanto di una capacità creativa straordinaria ma anche di una profondità umana che, seppur abbia determinato la sua produzione e la sua concezione di vita, è rimasta fin troppo spesso ignorata o dimenticata…